Breviario per aspiranti scrittori: quale approccio scegliere?

Ogni aspirante scrittore ha sempre moltissime idee per i propri racconti o romanzi, ma al momento di metterle in pratica si trova davanti a uno scoglio insormontabile: come procedere? Soprattutto se si ha poca esperienza è necessario prendere in considerazione diversi passaggi per prepararsi al meglio a un’eventuale pubblicazione, scopriamo quali sono in un piccolo breviario per aspiranti scrittori.

La postura dello scrittore

Uno scrittore che voglia veramente intraprendere questa professione non può rinunciare a farsi aiutare. Certo, la scrittura è un atto individuale e ognuno dovrebbe scoprire qual è il proprio stile attraverso una riflessione interna profonda. Eppure è necessario farsi assistere da un esperto del settore: un lavoro completamente autonomo è molto più difficile e forse poco costruttivo.
Cercare il supporto giusto, sia esso per imparare le tecniche, organizzare il testo o correggerlo, è importante per facilitare e velocizzare il processo di scrittura. Essere autodidatta può portare a scarsi risultati e inutili errori. Per un vero salto di qualità serve la collaborazione di più persone, che lavorano nella stessa direzione per il raggiungimento di uno scopo: la redazione di un’opera ben scritta e strutturata, pronta per un’eventuale pubblicazione.

Breviario per aspiranti scrittori: ecco i possibili approcci

breviario per aspiranti scrittori
Chi vuole diventare uno scrittore professionista non può prescindere dal farsi aiutare
Scegliendo come procedere, ogni scrittore è libero di capire quale approccio fa al caso proprio, in base alla situazione, al genere di testo da produrre, alla disponibilità di tempo e denaro. Ecco tre possibilità diverse che possono essere prese in considerazione: il corso, che prepara alla scrittura fornendo tecniche e nozioni, il writing coach, che assiste durante il processo di creazione, e l’editor, che corregge gli errori di stile e struttura a manoscritto ultimato. Vediamole nel dettaglio.

Il corso di scrittura

Spesso gli aspiranti autori per migliorare la qualità della propria scrittura si rivolgono ai corsi. Ne esistono di vari tipi: i più lunghi (anche di vari mesi) servono a fornire competenze per la redazione di romanzi o racconti favorendo spesso il contatto con editori per eventuali pubblicazioni, mentre i più corti (anche in forma di workshop intensivi) si concentrano sulla creazione di testi brevi dando le basi introduttive per approcciarsi alla professione. Che siano del primo o del secondo tipo, i corsi insegnano a leggere testi in modo approfondito, analizzandone struttura, stile e linguaggio, per migliorare la propria scrittura. Forniscono prima di tutto indicazioni tecniche, teoriche o pratiche, che i partecipanti devono applicare in una serie di esercizi. Attenzione: un corso può portare ad acquisire conoscenze e competenze, ma non garantisce una pubblicazione, come invece molti credono.
I detrattori di questo metodo sono numerosi nella comunità editoriale. Anzitutto bisogna considerare il fatto che la scrittura non può essere insegnata come qualsiasi altra tecnica, poiché necessita di creatività, intuito, ispirazione e anche una buona dose di talento, caratteristiche che si possono anche non possedere. Inoltre far applicare le stesse tecniche a diverse persone rischia di formare scrittori tutti uguali, non liberi di esprimere stile e voce propri. Persino un grande professore e scrittore di best seller come Stephen King, nel suo On writing si dimostra scettico sull’utilità dei corsi, di cui critica il metodo di lavoro: un contesto comunitario porta distrazione, interferenze esterne, commenti di colleghi che bloccano il processo creativo.

Il writer coach

Oggi questa figura è sempre più richiesta da scrittori che hanno bisogno di un sostegno nel percorso di creazione della propria storia, spesso costellato da blocchi e perdite di fiducia. Questo professionista conosce bene sia gli aspetti tecnici della scrittura grazie a una solida formazione, sia le possibili difficoltà riscontrabili durante la produzione. Oltre al lavoro sul testo è infatti richiesto un supporto quando gli autori non riescono a cogliere il proprio potenziale o a rientrare nel flusso creativo, per trasformare le idee in parole e le parole in testi. Accogliere e ascoltare il proprio cliente senza giudizi è necessario quando la creatività si arresta, per trovare concrete soluzioni per affrontare la situazione. Soprattutto gli esordienti tendono a perdere facilmente l’entusiasmo, l’energia, l’equilibrio.
Dunque in un primo tempo il lavoro è principalmente sul testo, con aiuto nella costruzione della struttura e delle singole frasi, in base all’esigenza, secondo un’organizzazione del lavoro precisa e pianificata. Infatti il writing coach fornisce gli strumenti necessari per la scrittura in modo focalizzato e tempi brevi, accelerando l’apprendimento e il compimento di un salto di qualità (per un autodidatta questo percorso potrebbe durare anni ed essere costellato da inutili errori!). Poi però, con la fine del manoscritto, il lavoro non è ancora terminato: l’autore potrebbe essere rifiutato dall’editore che ama e perdere fiducia in se stesso. Arrendersi non è la soluzione: anche i momenti di sconforto fanno parte della crescita professionale di uno scrittore e il writing coach aiuta ad affrontarli nel miglior modo possibile.

L’editor

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Il corso interviene per insegnare la tecnica della scrittura, il writer coach per affiancare l’autore nel processo creativo
Interviene alla fine del processo, quando il manoscritto è pronto e finito, la figura dell’editor. Lavorando a stretto contatto con l’autore, gli suggerisce modifiche, tagli e aggiunte, valuta la coerenza interna della trama, elimina imprecisioni e incongruenze soprattutto spazio-temporali, verifica la verosimiglianza delle informazioni, contribuisce allo sviluppo dei personaggi e alla definizione delle ambientazioni, riformula periodi mal articolati. Lo scopo è, attraverso la rielaborazione di contenuti e stile, rendere il testo migliore, più ricco e scorrevole: insomma, un prodotto editoriale ben strutturato.
L’autore stesso, anche se si ritiene un abile professionista, non può avere il distacco necessario a giudicare con imparzialità ciò che ha scritto e identificare i punti deboli. Ha bisogno della revisione da parte di un occhio esterno su più livelli: strutturale, per garantire coerenza narrativa, stilistico, per uniformare le scelte lessicali e sintattiche, e specifico, per eliminare errori ortografici e grammaticali. Si tratta di un passaggio così importante che se ne servono scrittori di ogni genere e calibro, anche i più famosi, insieme a giornalisti e blogger. Ma, ricordo, è l’ultimo step di un percorso ben più lungo, che interviene nel momento in cui il testo è già completo, dunque non aiuta la sua redazione.

Breviario per aspiranti scrittori, le conclusioni

Qualsiasi aiuto si scelga, di un corso, di un writer coach o di un editor, ciò che conta è che gli aspiranti autori capiscano che da soli è difficile fare un salto di qualità e diventare professionisti. I libri ben fatti sono (quasi) sempre frutto di un lavoro anche di team, sia esso di redazioni di case editrici o di singoli esperti freelance.
C’è anche chi vuole solo scrivere un libro senza ambizioni, per dare sfogo alla propria creatività con nessuna aspirazione a pubblicare. Persino in questo caso può esserci bisogno di un aiuto, ma a discrezione dell’autore. Invece per coloro che aspirano alla diffusione delle proprie opere è un passaggio davvero imprescindibile, su cui invito a riflettere.

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Category: Pensieri

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