Perché affidarsi ad un consulente piuttosto che iscriversi ad un corso di scrittura creativa
Per uno scrittore alle prime armi è difficile scegliere una strada per migliorare il suo modo di approcciarsi alla scrittura.
Ci sono più possibilità tra cui scegliere, una di questa è il percorso che oggi sembra più semplice, con la grandissima offerta che ci bombarda giorno dopo giorno; mi iscrivo a un buon corso di scrittura creativa. Ma esiste anche una seconda possibilità: mi faccio affiancare da un professionista della scrittura che mi aiuta a scrivere il mio libro passo dopo passo, con un lavoro personalizzato e volto proprio alla scrittura del romanzo che ho in mente.
Certo il discorso comincia a farsi interessante: qualcosa dovrò inventarmi, certo non posso prendere il foglio e scrivere così di punto in bianco senza una guida.
Comincio la mia ricerca della scuola di scrittura creativa che abbia una certa validità e al contempo non dia il colpo di grazia alle mie esigue finanze? Oppure opto per un buon coaching letterario?
Andiamo per ordine di cosa vogliamo parlare prima?
Cominciamo dal difficile o facile, dipende dalle condizioni in cui ci troviamo, soprattutto umane, di conoscenza della scrittura nel senso di scrivere bene in italiano, o stiamo proprio a zero su tutto, Però scrivono tutti, voglio scrivere anche io. Mia nonna ha avuto una vita incredibile devo raccontarla a tutti i costi. Poi chissà se a qualcuno interessa la storia della nonna. Ma che vai a blaterare starai pensando, io sono l’artista, devo scrivere, a vendere ci deve pensare l’editore. Che visione romantica del mercato editoriale che hai.
La prima cosa che devi definire, è se scrivi per te stesso. Non hai nessuna intenzione di pubblicare e fare lo scrittore, a questo punto scrivi pure la biografia della nonna che magari regalerai ad amici e parenti, non te ne può fregar di meno di rispettare regole letterarie e editoriali.
La seconda e più impegnativa decisione che devi prendere, è voglio diventare uno scrittore, voglio pubblicare ed essere letto e giudicato dal giudice più esigente: il lettore. Qui la situazione cambia radicalmente devi scrivere qualcosa che abbia un valore letterario, o se non punti così in alto, deve avere almeno la forma di un romanzo, una novella, un racconto breve, dipende da cosa hai deciso di scrivere. E qui devi operare la scelta più importante: mi iscrivo ad un corso di scrittura creativa oppure mi faccio seguire da un coaching letterario.
Un corso di scrittura creativa, anche se tenuto da un insegnante valido propone un solo punto di vista letterario, quello dell’insegnante, e soprattutto è basato su tecniche più o meno condivisibili.
Il rischio di buttarsi anima e corpo in un corso di scrittura creativa è di andare a scrivere secondo regole prestabilite, e dove va a finire l’originalità e la voce letteraria?
Un libro perfetto dal punto di vista tecnico, non è detto che sia anche un libro con un’anima, magari sarà anche pubblicato, del resto stai seguendo perfettamente le linee editoriali, Tutto è scritto come deve essere scritto. Hai seguito le regole per creare un buon incipit, ma chi decide le metriche di giudizio? Un buon incipit che regole deve avere? Le descrizioni per essere giuste devono essere scritte in un certo modo, come devono essere i personaggi, come deve essere sviluppata una trama. Certo tutto questo può essere utile per una buona base teorica, che comunque non può far male a nessuno.
Ma la creazione di una voce letteraria di un certo livello non può in alcun modo essere inserita in una tabella di marcia da seguire nella scrittura. Il rischio primario delle scuole di scrittura creativa, oltre a permettere all’autore di crogiolarsi nelle regole che ha studiato e quindi alla fine essere convinto di aver fatto un ottimo lavoro, è un appiattimento generale delle pubblicazioni letterarie, infatti se si fa un giro nelle pubblicazioni degli ultimi anni soprattutto di scrittori emergenti si evince una terribile uniformità di scrittura, tecnicamente magari anche con l’aiuto di un buon editor perfetta, ma l’anima del libro, quella corrente quasi elettrica che attira il lettore a leggere alcune pagine, sottolineare passi, ricordarle a distanza di tempo non si può creare. Quella corrente la può creare il talento, l’originalità, una voce letteraria univoca.
Un autore che decide di voler fare della scrittura l’attività principale deve essere in grado di farsi ricordare per un suo stile, una sua particolare voce, un suo modo di raccontare e soprattutto deve essere in grado di suscitare emozioni al lettore. Ci sono molti autori che riconosciamo da una citazione da un suo libro, perché sono stati capaci di creare un modo di scrivere unico, personale e originale.
Secondo Murakami nel suo libro “il mestiere dello scrittore”, la ricerca dell’originalità in un proprio scritto è un percorso di sottrazione: spazzare via tutti i contenuti, anche quelli inesistenti dalla propria mente, purificare lo scritto per sottrazione e non aggiungendo cose che sembrano facciano bene al tuo scrivere. Non è certamente una cosa semplice la sottrazione, non è facile eliminare le parole superflue che non aggiungono nulla, anzi appiattiscono il tuo lavoro. Ma la frase fondamentale che Murakami scrive in merito alla ricerca dell’originalità è: “Se le mie opere si possono definire «originali», è perché nascono dalla «libertà».” Proprio questa frase non fa che avvalorare la mia tesi, che senza una certa libertà stilistica e di approccio alla trama, non si può creare qualcosa di veramente valido, con un valore letterario.
Quindi la gabbia in cui i corsi di scrittura creativa chiudono il lavoro di uno scrittore non sempre è la giusta scelta.
Il corso di scrittura creativa per tutti non può andare a riempire quei vuoti di formazione nella scrittura del singolo autore. Magari si ha bisogno di un percorso personalizzato, si ha il bisogno di riempire delle lacune e conoscere più profondamente alcuni aspetti della scrittura, piuttosto che altri.
In questo caso, la figura del coaching letterario può essere utile e più confacente al bisogno dell’autore.
Ma come può aiutarti nella stesura del tuo libro un coach letterario, andiamo a vederlo insieme.
Il coach letterario è un professionista della scrittura, in genere è un autore o un editor, oppure ricopre entrambe le figure editoriali. Il suo lavoro può rivelarsi prezioso, in quanto ti segue dall’inizio della stesura del tuo libro. Si fa un percorso insieme e quindi anche di scrittura creativa, ma andando a interagire con l’autore nelle cose di cui ha più bisogno.
Può aiutarti già dalla scaletta preliminare che ogni autore dovrebbe fare: in che genere letterario posso inserire la mia idea? La creazione di quelle figure fondamentali in ogni romanzo: i personaggi. La perfetta costruzione degli attori principali, secondari e di contorno della tua storia, sono spesso e volentieri, gli ingredienti principali che far si che un lettore si senta avviluppato dalla tua storia. Una bella trama con dei personaggi deboli e non credibili perde tutta la sua forza narrativa. Le descrizioni anch’esse fondamentali nella costruzione di una trama, sono l’ambiente in cui ci muoviamo, descrizioni perfette delineano nella mente del lettore il luogo e l’ambiente circostante; quindi, aiutano a visualizzare e a farsi portare dentro la storia. Infine, la costruzione della trama, per punti. Inizio, sviluppo della storia, climax e fine.
Tu dirai ma non fa le stesse cose di un corso di scrittura creativa? Apparentemente sì, ma nella sostanza il percorso è molto diverso, il coach letterario non ti spiega le regole e le forme di scrittura, ti aiuta e ti insegna a metterle in pratica. Bella differenza direi, lavora al tuo fianco, ti aiuta a tirare fuori la tua voce letteraria e l’originalità fondamentale se si vuole raggiungere un posto nel panorama editoriale italiano. Infine, può guidarti anche nella scelta della pubblicazione più giusta per il tuo manoscritto.
E ti sembra poco?
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