Scrittura e neuroscienze cognitive: un rapporto tutt’altro che scontato

Scrivere è un atto che oggi consideriamo quasi naturale. Ciò che molti non sanno è che è frutto di un procedimento neurologico molto complesso. La scrittura, insieme alla lettura, attiva diverse zone della nostra mente e del nostro corpo e dipende anche da numerosi fattori esterni. Sono tanti gli studiosi che hanno voluto indagare la connessione tra scrittura e neuroscienze cognitive. Nonostante non si sia ancora giunti a una conoscenza certa e comune, ecco alcuni degli aspetti più importanti da tenere presente riguardo a questo tema.

Quanto il processo della letto-scrittura è influenzato dall’esperienza?

Anzitutto è fondamentale sapere che la scrittura, così come la lettura, è un processo complicato che non dipende solo dalla nostra predisposizione genetica. Come la maggior parte dei meccanismi mentali, la scrittura è un’azione fortemente influenzata dalla cultura esterna, dall’esperienza, dal vissuto. Anche la struttura del nostro cervello è davvero complessa, non determinata solo geneticamente. Infatti l’interconnessione delle varie aree cerebrali si consolida tramite l’inserimento dell’individuo in un contesto culturale. In questo modo, rapportandosi con l’ambiente che lo circonda, egli acquisisce certe abilità comunicative.
scrittura e neuroscienze cognitive
Scrivere è un processo complesso e fortemente influenzato dall’esperienza esterna
Ognuno di noi ha bisogno di raccontare o interiorizzare storie, che altro non sono che rielaborazioni della realtà stessa. Così il cervello si è sviluppato anche con l’obiettivo di organizzare l’informazione: vista sotto questo punto di vista, la scrittura diviene un’invenzione culturale. D’altronde, parole e frasi linguistiche sono semplicemente delle convenzioni! Leggere e scrivere rappresentano dunque processi mentali acquisiti soprattutto in funzione dell’esperienza individuale.

Scrittura e neuroscienze cognitive: alcune nozioni specifiche

Benché sia impossibile fornire un contributo completo sull’argomento in un breve articolo, ci sono alcune nozioni da ricordare. La letteratura riguardante il rapporto tra scrittura e neuroscienze cognitive è molto nutrita, ecco gli elementi più discussi.

Le aree del cervello coinvolte

A livello tecnico, è bene sapere che ogni passaggio che porta alla scrittura è svolto da una particolare area del cervello. Infatti, come detto nel precedente paragrafo, scrivere non è un’azione naturale come respirare, ma richiede sforzo e concentrazione. È necessario imparare regole e convenzioni: i segni, i suoni, il significato. Vediamo alcune fasi fondamentali di questo complesso processo.
Prima avviene il riconoscimento visivo in connessione con le rappresentazioni ortografiche delle parole. L’elaborazione di ciò che vediamo, siano esse lettere, parole o immagini, è svolta dalla corteccia cerebrale. Il lobo temporale si occupa poi di formulare i suoni associati alle parole. Infine avviene l’elaborazione del significato, di cui è responsabile il lobo frontale. Il senso viene scoperto mettendo in relazione l’oggetto analizzato con le informazioni già acquisite in passato, archiviate dal nostro cervello. Il tutto accade in meno di un secondo, a cui poi succede l’attivazione delle abilità motorie della mano e dell’intero apparato articolatorio.

Gli aspetti richiesti

Scrittura e lettura coinvolgono dunque diverse funzioni cognitive quali percezione, linguaggio, motricità, memoria, attenzione. Infatti per compiere entrambe le attività è fondamentale conoscere una lingua, concentrarsi, ricordare. Tutto ciò sottosta a un sistema di controllo chiamato SAS (sistema attentivo supervisore) o processore centrale. Esso si accerta che un compito sia completato correttamente, supervisionando gli automatismi e intervenendo in caso di necessità. Gli aspetti richiesti infatti sono innumerevoli: visivi, uditivi, linguistici, cognitivi, attentivi, mnemonici. La scrittura aggiunge anche la presenza di caratteristiche grafo-motorie, come la coordinazione oculo-manuale e dell’arto superiore, per esempio per avere una corretta impugnatura della penna oppure orientarsi nel modo giusto a livello spaziale.

I tipi di scrittura

Per quanto riguarda gli aspetti più strettamente pratici e motori, sono state riscontrate alcune differenze tra i diversi tipi di scrittura. Anzitutto è necessario distinguere la scrittura a mano da quella al computer: l’essersi progressivamente distaccati dalla manualità ha conseguenze provate sul funzionamento del nostro cervello. La penna infatti non può essere cancellata, dunque costringe il cervello a scegliere più attentamente quali parole utilizzare. Inoltre risulta di primaria importanza la comprensibilità grafica del pensiero: in poche parole, bisogna usare una scrittura leggibile e questo aggiunge uno sforzo in più.
Infine, si consiglia il corsivo piuttosto che lo stampatello, poiché obbliga a non staccare la mano dal foglio, stimolando il pensiero logico-lineare. Infatti esiste una profonda connessione tra costruzione delle idee e manualità della scrittura: il corsivo è costruito in modo che le parole siano composte da lettere legate l’una all’altra, non sezionate come con lo stampatello, con la conseguenza che anche i pensieri saranno meglio connessi.

Scrittura e neuroscienze cognitive: il ruolo della tecnologia

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A ogni passaggio del processo scrittorio è associata un’area del cervello
Parlando di scrittura è impossibile non nominare le nuove tecnologie. Infatti al linguaggio scritto si è sempre sovrapposta la dimensione concreta, legata a un supporto specifico. La tecnologia prima della pietra, poi del papiro e della pergamena, infine della carta, ora è stata sostituita dai numerosi mezzi di comunicazione inventati negli ultimi anni. A differenza del parlato dunque, lo scritto non è mai stato completamente naturale. Le sue modalità di trasmissione lo hanno sempre influenzato. Eppure oggi qualcosa è diverso.
Alcuni studiosi parlano addirittura della modifica dell’architettura funzionale del cervello. Questo perché le nuove tecnologie informatiche creano dimensioni esperienziali prima sconosciute. Grazie a strumenti come il computer è possibile infatti creare una commistione di codici (verbali e non verbali) e di aspetti (scritti e orali, come l’interattività). Gli scambi più rapidi dovuti alla velocità di Internet portano a gestire diversamente la comunicazione, con una minore pianificazione e una maggiore frammentazione. Scrivere è ora sempre più una pratica sociale

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