Sette grandi lezioni di scrittura
Per imparare a scrivere bene è necessario, oltre a un allenamento continuo, anche lo studio delle migliori tecniche da applicare alla costruzione di un racconto. Per questo esistono numerosi manuali di scrittura molto validi. Eppure a mio parere è sempre utile avere una visione più ampia della pratica letteraria. Certo, conoscere le tecniche è importante, ma anche cercare diversi punti di vista, soprattutto se di autori affermati, risulta conveniente. Avere una panoramica completa infatti aiuta a trovare il proprio pensiero e a elaborare un metodo personale. Ecco dunque sette grandi lezioni di scrittura.
On Writing. Autobiografia di un mestiere di Stephen King
In una sorta di autobiografia letteraria King, uno dei più grandi autori di thriller, racconta la propria vita e il proprio mestiere. Dagli anni di formazione ai bestseller internazionali, dimostra di avercela fatta continuando a provare, nonostante le difficoltà, con ambizione, ostinazione e anche un pizzico di fortuna. Ma le sue grandi lezioni di scrittura non sono solo legate a eventi biografici: la seconda parte del testo è dedicata all’esposizione di vere e proprie tecniche da applicare nella scrittura per raggiungere determinati obiettivi, primo tra tutti la creazione di una connessione con il lettore. Per esempio alcuni strumenti che ogni autore deve imparare a usare sono il vocabolario e la grammatica. Infine, è stata inserita un lista di libri letti dall’autore e consigliati a tutti coloro che vogliano approcciarsi alla scrittura.
Ciò che più colpisce del testo è la sua natura duale: è come se King suggerisse che per scrivere bene servono sia conoscenze e competenze (che spiega nella parte manualistica), sia duro lavoro, dedizione (che dimostra nella parte biografica, dove afferma di scrivere tuttora dieci pagine al giorno, per tenersi allenato). Non mancano poi piccoli suggerimenti, trucchi del mestiere, come gettare sulla pagina una prima stesura veloce, distaccarsene per alcune settimane e riprenderla per la revisione (in questo modo è più facile individuare lacune, incoerenze, ripetizioni, errori). Ciò che tuttavia rimane è il grande entusiasmo, la motivazione che King trasmette nei confronti della scrittura, con cui, alla fine, sarà pervaso anche il lettore.
La guerra dell’arte di Steven Pressfield
Pressfield si concentra sull’interiorità dell’autore esaminando in maniera diretta gli ostacoli che lo allontanano dal compimento del lavoro creativo. Come identificarli e sconfiggerli? Rispondendo a queste domande dona calma e positività ai lettori, convinti di poter vincere la guerra contro la resistenza interiore che li schiaccia. Si tratta di un demone che quotidianamente mina le nostre capacità, ci demotiva e spinge verso l’insuccesso, ci impedisce di esprimerci, ci blocca. Questa forza, invisibile ma potente, distrugge le ambizioni di migliaia di aspiranti scrittori. Nella prima parte l’autore analizza nel particolare questa resistenza e le forme in cui si presenta (procrastinazione, paura, infelicità), nella seconda suggerisce come sconfiggerla, una volta per tutte.
E per infondere maggiore motivazione Pressfield nomina scrittori, atleti, artisti che sono riusciti a dominare la resistenza, a combatterla con le armi giuste e a impedirle di distruggere il proprio genio. Un vero professionista non si lascia frenare dalla paura del rifiuto o della critica. Senza giri di parole, l’autore mette il lettore di fronte alla realtà permettendogli di acquisire una nuova consapevolezza grazie alla quale può sconfiggere il nemico e raggiungere le soddisfazioni cercate.
Fatti di parole: la natura umana svelata dal linguaggio di Steven Pinker
Pinker esamina i mezzi della comunicazione verbale, strumenti preziosi non solo per trasmettere dei concetti, ma anche per capire noi stessi e i nostri comportamenti. Per questo lo studio non è limitato al linguaggio, ma sfocia in temi come la psicologia e i processi cognitivi. Quando la mente incontra l’ambiente esterno, crea immagini derivate dalle sensazioni, dai pensieri primari, che compongono poi l’esperienza su cui si basa il nostro vocabolario. L’incontro e il confronto tra i parlanti porta poi alla condivisione di significati e alla creazione di ciò che chiamiamo “cultura”.
Con rigore scientifico ma anche immancabile ironia Pinker indaga il linguaggio per scoprire i segreti della mente umana, anche tramite esempi attuali e quotidiani (da letteratura, film, fumetti, videogiochi…). Così diviene chiara la relazione tra idee astratte ed esperienze concrete e grazie a questa visione critica della mente e del linguaggio sarà possibile, anche per gli scrittori alle prime armi, scegliere con cura le parole adatte non solo a trasmettere la propria storia, ma anche a creare connessione con il lettore.
Lezioni di letteratura di Vladimir Nabokov
Nabokov ha insegnato a lungo all’università, in lezioni ricordate per essere come indagini poliziesche, alla ricerca di strutture letterarie. Lettore vorace e attento studioso dei trucchi verbali altrui, amava ricostruire l’architettura delle storie, traendone utili insegnamenti. Proprio questo insegnava, a leggere con occhio penetrante, guardando non solo alle storie, ma anche al modo in cui sono raccontate. Perché l’arte letteraria non deve avere un fine pratico (ad esempio politico), ma è un brivido che percorre la schiena del lettore. Lontano dalla cautela accademica che solitamente porta a basarsi su regole prescrittive di confezionamento dei romanzi, procede in maniera spregiudicata.
Come si legge un libro? Quali particolari devono essere notati? La profonda conoscenza letteraria di Nabokov aiuta sia i lettori ad affinare il proprio modo di fruire delle storie, sia gli autori a migliorare le tecniche di scrittura. Con uno stile appassionato e a tratti divertente, arriva addirittura a criticare malignamente i “colleghi”, presenti e passati, verso cui non nutre condiscendenza ma spietato oggettivismo. Da Austen a Joyce, passando per Dickens, Flaubert, Stevenson, Proust, Kafka. Ai riassunti delle opere seguono puntuali osservazioni su metodo, stile e struttura, temi e figure. Nabokov rifugge la lettura contenutistica e ideologica, che ritiene ingenua, e osserva soprattutto i fattori estetici, il vero nucleo delle opere letterarie.
Lezioni americane di Italo Calvino
Il grande maestro della narrativa italiana ci ha lasciato le sue ultime lezioni, nate per un ciclo di sei conferenze ad Harvard. Calvino riflette sulla letteratura moderna e il suo futuro, soprattutto in relazione alle nuove tecnologie: ritiene che il libro sia un mezzo specifico che possa fornire al lettore qualcosa che il digitale non possiederà mai. Così, dedica ogni lezione a uno dei valori specifici della letteratura: leggerezza, rapidità, esattezza, visibilità, molteplicità, coerenza. Essa non esaurirà mai la forza di raccontare le infinite possibilità dell’esistenza, impossibili da rendere tramite i mezzi informatici.
La raccolta di saggi, come molte altre opere di Calvino, possiede molteplici chiavi di lettura e numerosi rimandi alla letteratura precedente soprattutto occidentale (in alcuni casi cita anche se stesso e le proprie opere!), nonostante sia semplice e chiara per ogni tipo di lettore. Offre dunque diversi spunti di riflessione su ciò che della cultura letteraria debba salvarsi anche in un mondo opaco e grottesco, dominato dalle tecnologie e dalle scienze. Non si tratta semplicemente di raccontare storie, ma fornire un mezzo per indagare il mondo in maniera profonda elevando l’intelletto umano verso altri orizzonti.
La natura della narrativa di Robert Scholes e Robert Kellogg
Questo testo è in gran parte teorico. Infatti i due autori ripercorrono la storia della narrativa in relazione alle civiltà passate e presenti: un genere costantemente mutevole, dalla tradizione epica orale, alle nuove forme moderne come il cinema. Eppure c’è un filo rosso che lega le diverse forme di narrazione, ci sono schemi e archetipi che tornano in ogni fase. Dunque l’analisi è duplice: il racconto viene osservato negli elementi dinamici e statici, negli sviluppi e nei ritorni, negli strappi e nelle continuità.
Un saggio interessante, diverso dagli altri testi consigliati, ma ugualmente utile per dimostrare come anche guardare al passato possa insegnare a rendere più efficace la propria scrittura. Ispirarsi solo a opere contemporanee, prendendole come modelli, dimostra una visione piuttosto limitata e una preparazione ristretta. La panoramica che La natura della narrativa fornisce è completa e, nonostante la difficoltà della materia, esposta in maniera chiara e schematica.
L’atto della creazione di Arthur Koestler
La creatività è una caratteristica insita nella natura umana e da sempre elogiata. Ma in che cosa consiste l’atto della creazione? Secondo Koestler è la combinazione tra il dono del talento e lo studio sistematico. E per dimostrarlo riprende non solo il proprio metodo di lavoro, con riflessioni introspettive, ma anche testimonianze altrui e tesi scientifiche. Così questo testo acquisisce un carattere globale, presentandosi come una sintesi ampia della psicologia della creazione letteraria e artistica.
Koestler ricerca l’unico meccanismo mentale da cui discendono tutti i passaggi dell’invenzione artistica. Le parole sostengono il pensiero e lo cristallizzano, creando un rapporto tra uomo e realtà e dando una certa visione del mondo. Viene presentata una vasta gamma di fenomeni, ridotti poi a un unico marchingegno mentale, una teoria generale della narrazione.
Katia Tenti. Copyright © 2023 All rights reserved.
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