Come scrivere un libro? I primi passi da intraprendere
Nel mio mestiere di book coach mi è capitato di lavorare con autori di libri di ogni tipo. Eppure ho sempre trovato una costante, indipendentemente da cosa volessero scrivere: tutti sono mossi da un entusiasmo senza freni, convinti di possedere un’idea forte, unica, vincente. Ma quando chiedo di espormi il loro progetto, puntualmente non riescono a definirne uno preciso: l’idea c’è, ma qual è la sua forma? Non lo sanno. La verità è che la mente di un autore all’inizio del percorso contiene tanti pensieri confusi, che lo rendono incapace di individuare un punto preciso da cui cominciare. Nonostante la solida motivazione e il forte entusiasmo, si trova di fronte nient’altro che a bivi. L’idea che pensava di avere si rivela una sensazione irrazionale, inafferrabile. E con questi presupposti, come scrivere un libro efficace, dallo stile eccellente e unico, che permetta di acquisire visibilità e prestigio?
Come scrivere un libro? Bisogna chiedersi il perché
Per mettere a fuoco un progetto ancora informe è necessario fare un passo indietro. La domanda fondamentale a cui rispondere è “perché voglio scrivere questo libro?”. Sembrerebbe scontato, ma per esperienza assicuro che non lo è: per definire un obiettivo preciso, e poi raggiungerlo, bisogna cercare prima di tutto le motivazioni. Infatti dietro a una domanda apparentemente banale si nasconde un mondo intero, difficile da indagare ma necessario per creare un primo quadro d’insieme che dia un indirizzo al progetto.
Anche se si crede di aver trovato subito una risposta soddisfacente, dopo un’attenta analisi è facile rendersi conto di quanto essa sia parziale, non esaustiva, superficiale. Dire di voler condividere la propria storia non basta a ritrovare le ragioni profonde di questa spinta alla scrittura. Esiste sempre qualcosa di più intimo e personale, emotivo e irrazionale, che non è facile ammettere nemmeno a se stessi. Ma non c’è niente di male a confessare rabbia, voglia di rivalsa, desiderio di autorealizzazione. Si può scrivere un libro anche per farsi conoscere, trovare nuovi clienti a livello professionale, superare i propri concorrenti, influenzare gli altri, essere intervistati o tenere un TEDx… La lista potrebbe continuare. Questi “perché” non sono sempre nobili come ci si aspetterebbe ma sono reali. Ed è importante riconoscerli tutti, perché costituiscono le giuste premesse per un progetto solido ed efficace. Solo avendo un chiaro schema in testa potremo trovare la giusta motivazione non solo per iniziare, ma anche per continuare e concludere la stesura. Infatti spesso scrivere un libro non è un’attività a tempo pieno, ma un hobby da incastrare tra i vari impegni, soprattutto di lavoro. Se non si conoscono i motivi per cui ci si imbarca in un’impresa così spossante, c’è il rischio di rinunciare quasi subito, o continuare a scrivere ma ottenendo risultati deludenti.
La mia esperienza
Ho capito quale sia il vero punto di partenza per la creazione di un libro dalle solide fondamenta grazie alla mia esperienza personale. Nonostante la scrittura abbia sempre fatto parte della mia vita, ho incontrato un gigantesco ostacolo proprio per la stesura del mio primo romanzo. Da piccola ciò che mi spingeva a scrivere era la voglia di raccontare la mia visione del mondo agli altri: cresciuta a Bolzano, una città ancora testimone della dualità tedesca e italiana, fissare i miei pensieri su carta mi ha aiutata a sentirmi meno estranea alla mia terra e a trovare la mia identità. Scrivere è poi diventato il mio lavoro e le ragioni per farlo erano le più svariate: presentare eventi, convincere persone a collaborare, pubblicizzare iniziative. Infine sono approdata alla decisione di dar vita a un romanzo e, entusiasta di potermi finalmente dedicare alla narrativa, mi sono gettata a capofitto nel progetto scrivendo di getto il primo capitolo. Ma poi non sono riuscita ad andare avanti, nonostante la perfetta conoscenza della teoria e delle tecniche narrative grazie a corsi di scrittura e manuali. Ho superato questo blocco solo quando ho ottenuto la consulenza mirata di una ragazzo che mi ha posto la semplice domanda “perché vuoi scrivere questo romanzo?”. Idee confuse e generiche non bastano: solo quando mi erano chiare le motivazioni profonde ho potuto definire obiettivi precisi e dare forma al progetto. Così ho concluso il romanzo, subito accettato dall’editore.
A riconferma dell’utilità di questo lavoro di autoanalisi posso raccontare la mia esperienza con il terzo romanzo, rifiutato dall’editore che mi aveva sempre dato fiducia. Dopo due pubblicazioni di successo e una stesura veloce e indolore pensavo che niente potesse andare storto, invece questo rifiuto mi ha portata a chiedermi se avrei mai più scritto qualcosa. Poi, grazie al suggerimento di un amico, mi sono domandata: ho scritto questo libro per raccontare una storia o semplicemente per pubblicarlo? Per comunicare ciò che avevo dentro o perché sapevo che l’idea era vincente e mi avrebbe fatto vendere? Sinceramente non lo sapevo. Entrambe le risposte sarebbero state lecite, ma sapere quale fosse quella corretta mi avrebbe dato la giusta consapevolezza per dare vita a un progetto solido.
Come scrivere un libro efficace: la struttura
Scrivere un libro è un processo faticoso e complicato: non serve solo talento, ma anche e soprattutto professionalità, dedizione, serietà, costanza. Si tratta di un mestiere che si impara con tempo e impegno. Talento e ispirazione sono elementi secondari rispetto a consapevolezza, volontà e dedizione. La questione è spesso sottovalutata: l’entusiasmo di mettere su carta i propri pensieri sposta in secondo piano la complessità di portare a termine un simile impegno. Scrivere un libro infatti è come costruire una casa: ci vogliono un progetto, un disegno accurato, pilastri solidi e di qualità, impianti che rendano abitabile il sistema. Se le attività non vengono svolte nel giusto ordine e se non ci si preoccupa per prima cosa delle fondamenta, la casa non starà in piedi o viverci sarà scomodo. Come un architetto, anche lo scrittore dovrà porsi delle domande, dipanare i propri dubbi, prendere delle decisioni.
Un libro ben fatto è coinvolgente e originale, ma soprattutto unico. Non basta dunque imparare alcune regole grazie a manuali e corsi di scrittura. La verità è che non esistono leggi universali o scorciatoie. La teoria serve, certo: l’improvvisazione genera libri sciatti e banali. Ma essa si elabora in base alle esigenze, ogni volta diverse. E senza avere chiaro dove si vuole arrivare, senza uno scopo preciso, una motivazione, un perché, nessuno riesce a capire quali siano le esigenze a cui adattare le regole da seguire. Ecco l’importanza della domanda iniziale.
Insomma, chiedersi perché si desidera scrivere è il passaggio preliminare e fondamentale. Ci vogliono tempo e pazienza per pensare alle proprie ragioni: la risposta sarà un insieme di esigenze economiche, desideri e paure, sentimenti e passioni, strategie professionali e puro piacere. Ma i vantaggi sono moltissimi: comprendere meglio la propria professione, focalizzare il business intorno a un nucleo centrale, distinguere le proprietà dalle necessità secondarie e infine, forse il più importante, conoscere meglio sé stessi, una competenza utile in qualsiasi campo della vita.
Katia Tenti. Copyright © 2022 All rights reserved.
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