I grandi maestri.
I libri dei grandi maestri per imparare a scrivere
Per gli aspiranti autori è necessario non solo praticare l’attività della scrittura in maniera costante, ma anche scegliere i giusti libri da cui trarre le conoscenze teoriche che li aiutino a migliorare. Certo, i Grandi Manuali sono i volumi più gettonati quando si vuole i principi basilari per scrivere bene, ma esistono altre opere altrettanto importanti. Si tratta di quei testi che consigliano un certo approccio, atteggiamento da tenere nei confronti della pratica letteraria. E quando a dare i suggerimenti sono grandi scrittori, seppure diversi tra loro, diviene ancora più interessante e utile attingere a questo bacino di conoscenze. Dunque lo studio dei soli manuali non basta: ognuno, appresi diversi modi di scrivere, deve trovarne uno proprio confrontando i diversi punti di vista. Ecco dunque alcuni dei libri più apprezzati scritti da grandi autori per aiutare gli esordienti a scoprire la propria identità letteraria.
Scrivere: lezioni di scrittura creativa di Anne Lamott
Il volume di Lamott si potrebbe definire emotivo e psicologico, poiché indaga su un potere della scrittura: permettere agli autori di conoscere se stessi, i propri bisogni, interessi, timori. Non vengono insegnate le tecniche vincenti, ma si indaga la mente dello scrittore, fatta anche di blocchi e paure. Con ironia e onestà, Lamott riflette su alcuni eventi autobiografici per spronare l’aspirante autore a buttarsi, a superare gli ostacoli e a gettare su carta ciò che ha dentro.
Per lei scrivere fa bene allo spirito e al cuore, poiché aiuta a trovare la propria voce e dare sfogo alla creatività. Ciò avviene scavando nei ricordi e attingendo alle emozioni profonde, mettendo da parte la razionalità. Con consigli spontanei e smaliziati, come quello di essere tenaci e perseveranti davanti a delle prime bozze mal riuscite, rivela che la vera ricompensa della scrittura, la reale soddisfazione, è la scrittura stessa, che può aiutare chi la pratica a conoscersi meglio e a superare le proprie paure.
Scrivere Zen di Natalie Goldberg
Goldberg, seppure utilizzi uno stile ironico e pungente come quello di Lamott, propone un punto di vista differente. Per lei scrivere non serve a esprimersi o a trovare se stessi, ma è un’attività fine a se stessa, come la meditazione. Così l’autrice esorta a praticare la scrittura, ogni giorno, senza trovare scuse per rimandare. Per esempio, una buona abitudine è per lei riempire di pensieri un quaderno al mese: un compito che aiuta a migliorare lo stile e permette anche di creare materiale da cui trarre spunto in futuro. L’approccio alla scrittura è costante e disciplinato, quasi un allenamento: scrivere senza fermarsi o correggere, senza preoccuparsi di ortografia o grammatica, come in un flusso di coscienza.
Un libro perfetto per un momento di “blocco dello scrittore” poiché, grazie alla presenza di esercizi da svolgere e argomenti a cui ispirarsi, sprona a lasciarsi andare alla pratica della scrittura fine a sé stessa. I consigli sono così concreti e il tono è così diretto e incoraggiante che, terminata la lettura, si è pervasi da una forte energia, una gran voglia di raccontare. Non sono presenti accenni ad elementi come trama, dialoghi, personaggi o stile. Il punto è praticare la scrittura come pura passione, abbandonando la logica e il controllo.
La via dell’artista. Come ascoltare e far crescere l’artista che è in noi di Julia Cameron
La maggior parte degli aspiranti scrittori abbandona il proprio sogno credendo di non avere sufficiente talento per l’arte. Questo è il presupposto da cui parte Cameron, che sostiene invece che l’espressione artistica non sia innata solo in cui alcuni individui, ma presente naturalmente nella vita di ognuno. Basta solo scoprirla, al di là delle insicurezze. Per creare bisogna ascoltare se stessi cercando di scovare le proprie potenzialità. Dunque diventare artista richiede prima di tutto un grande lavoro interiore.
Il libro è strutturato come un percorso della durata di dodici settimane, durante le quali bisogna svolgere alcuni esercizi. Grazie alle parti pratiche, intervallate comunque da teorie, aforismi e frasi motivazionali, si è costretti a scavare nelle proprie emozioni per sradicare concezioni vecchie e limitanti e aprirsi al cambiamento. Per riscoprire se stessi e superare i propri ostacoli servono impegno e fiducia: solo chi è davvero determinato otterrà gli obiettivi promessi dal testo.
Il mestiere dello scrittore di John Gardner
Gardner affronta con uno stile diretto i problemi del mestiere dello scrittore, come le nevrosi quotidiane, la necessità di molteplici riscritture, l’interazione con le figure della filiera editoriale, e propone dei suggerimenti come un maestro con i propri studenti. Si spoglia del tipico snobismo intellettuale e, con umiltà, dialoga con gli aspiranti scrittori senza dare niente per scontato. Analizzando il processo creativo, incoraggia il lettore a superare i momenti di crisi, perfettamente normali anche per gli autori già navigati come lui, che li ha vissuti in prima persona.
Gardner vuole rivelare la dura verità agli esordienti, raccontando aneddoti personali e non, per dimostrare quanto siano necessari lavoro costante, pratica e perseveranza. E l’obiettivo non dev’essere la fama, il guadagno: è raro riuscire a mantenersi con la propria arte. Infatti Gardner non illude il lettore promettendo di trasformarlo in autore di bestseller, ma descrive le fasi del processo creativo con onestà e chiarezza.
Divento scrittore. Il metodo completo ed efficace per rendere pubblicabile ogni romanzo di Renni Browne e Dave King
Questo testo è diverso dagli altri, perché non sprona a scrivere ma si rivolge a chi ha già un manoscritto nel cassetto, apparentemente pronto da pubblicare, ma è alla ricerca di una marcia in più per distinguersi ed essere scelto da un editore. Per rendere lo scritto eccellente bisogna imparare l’arte della revisione: i meccanismi per la costruzione dei dialoghi, le tecniche di caratterizzazione dei personaggi, la scelta del giusto punto di vista, gli errori da evitare… Tutte indicazioni da seguire solo dopo la composizione del romanzo, per renderlo più professionale e pubblicabile. Il self-editing infatti è passo obbligato prima di presentare il manoscritto a qualsiasi casa editrice.
Con uno stile quasi colloquiale Browne e King espongono dodici pilastri su cui si fonda l’efficacia del narratore, corredati da esempi da seguire o evitare ed esercizi da svolgere. Alla fine di ogni capitolo è poi presenta una checklist con alcune domande per scoprire se l’azione sul proprio manoscritto è stata portata a termine integralmente. Così non solo il testo migliora, ma anche l’autore acquisisce maggiore consapevolezza sulla scrittura. La revisione infatti aiuta a prestare più attenzione per correggere e limare finché non si arriva al vero cuore contenutistico e stilistico.
Il mestiere dello scrittore di Haruki Murakami
Uno dei più conosciuti autori giapponesi trasporta i lettori nella propria intimità, mostrando loro il processo di creazione e svelando alcuni segreti personali. I consigli hanno il sapore di confidenze, in una sorta autobiografia “letteraria”, ricca di curiosità sull’autore. Peraltro Murakami è sempre stato restio a rilasciare interviste o apparire in pubblico, ma qui si lascia andare a rivelazioni riguardanti il proprio modo di lavorare. Così, ripercorrendo le tappe che l’hanno portato a concepire i romanzi migliori, emergono alcuni temi come l’importanza dell’impegno, della lettura costante, della ricerca di originalità, di un rapporto sano con il corpo (sonno sufficiente, attività fisica e alimentazione corretta, poiché l’equilibrio tra esercizio fisico e lavoro intellettuale accresce la creatività).
Un tono autentico, senza vanità, permette al lettore di vedere Murakami come un uomo in carne e ossa, che durante il processo creativo deve affrontare ostacoli e difficoltà. Ritiene che esistano pochi geni, in grado di creare capolavori senza sforzi, ma la maggior parte degli artisti sono semplici lavoratori che necessitano invece di forza di volontà, esercizio, metodo: lui stesso ammette di sforzarsi a scrivere dieci pagine, anche quando gli sembra di non aver nulla da dire.
Il mestiere di scrivere: esercizi, lezioni, saggi di scrittura creativa di Raymond Carver
L’insegnamento della scrittura creativa è un’esperienza che ha segnato Carver nel profondo: non solo un lavoro, ma un modo per riflettere sul senso del narrare. Dall’unione di lezioni, saggi, discorsi ed esercizi, nasce così questo manuale non convenzionale, un viaggio nella mente dello scrittore, che costantemente compie ricerca letteraria e profonde riflessioni. Per il lettore diventa un assaggio di ciò che significava partecipare alle sue lezioni universitarie (tanto che sono presenti anche le testimonianze di due ex studenti), sempre ricche di esempi letterari e riferimenti a letture, esperienze vissute, emozioni personali.
I consigli sono strettamente legati allo stile personale di Carver: ritiene che la letteratura venga creata grazie alla rigorosa osservazione della realtà, anche ordinaria, da descrivere in maniera nitida, chiara e precisa. Infatti punta l’accento non tanto su cosa si narra (ogni ricordo o emozione provata può essere oggetto di scrittura), ma su come lo si fa. Si può insegnare a scrivere? Per Carver non esistono verità assolute da tramandare e applicare, ma la domanda che lo ha tormentato per troppi anni rimane ancora aperta. Lui stesso, infatti, ha elaborato uno stile personale, ma deve moltissimo agli insegnamenti del maestro John Gardner. Intanto, mentre tenta di trovare una risposta all’incerto rapporto tra indole e didattica, descrive il proprio approccio alla scrittura, il processo creativo e l’importanza dell’esercizio continuo.
Una vita a scrivere di Annie Dillard
Quest’ultimo testo non è altro che una raccolta di saggi brevi in cui Dillard si esprime riguardo all’essenza della scrittura, composta dalla ricerca di un’idea meritevole, dal superamento degli ostacoli, dal lavoro di lima e dal giudizio finale nei confronti del proprio lavoro, con onestà intellettuale. L’autrice cerca di rispondere con sincerità alla domanda: cosa accade in uno scrittore mentre lavora? Così, raccontando la propria esperienza, acquisisce un tono universale, che può essere d’aiuto anche agli aspiranti autori del domani.
Ciò che importa è l’approccio verso la scrittura, strettamente connesso con l’atteggiamento attuato nei confronti della vita stessa, da cui appunto nasce la voglia di raccontare. Un’impresa non facile, ma sostenuta grazie all’ispirazione e alla voglia di esternare ciò che si ha dentro.
Katia Tenti. Copyright © 2023 All rights reserved.
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