Vittoria Pillon
Magistrato, collega di Jakob Dekas.
Fatica a essere accettata dai colleghi della Procura per l’aria maschilista che serpeggia nei corridoi.
Ma Vittoria non si lascia sopraffare, o almeno ci prova.
A lei vengono affidati casi apparentemente di secondaria importanza, violenza su donne e minori di solito, casi in cui il Procuratore ritiene ci sia bisogno di un approccio femminile.
Vittoria soffre: essere donna e italiana in Procura a Bolzano non è certo semplice.
La sua indole la vedrebbe in competizione con tutti gli altri colleghi, Dekas compreso, ma si sforza di non darlo a vedere.
E’ consapevole della sua competenza professionale e anche se talvolta i suoi risultati sono stati mediocri, tende ad attribuire la colpa al fatto che non le viene data la fiducia che meriterebbe.
Vittoria ha un fidanzato storico con il quale vorrebbe sposarsi e mettere su famiglia, ma anche per questo dovrà aspettare un bel pezzo.
È una donna sempre combattuta tra il suo desiderio di maternità e un’ambizione sfrenata che la porta ad approcciare al lavoro in modo ossessivo.
La sua ambizione è sana all’apparenza, ma il costo sul piano morale per lei è alto: soprattutto quando deve cedere il posto ad un’altra collega, Emma Blaas.
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