Pirateria editoriale: la situazione italiana
A quasi tutti sarà capitato di scaricare un prodotto culturale, sia esso un libro, una canzone, un film, da Internet gratuitamente. Si tratta di una pratica ormai troppo diffusa, facilitata dai nuovi mezzi di comunicazione che permettono di ottenere tutto ciò che si vuole con un semplice click. Eppure spesso compiamo questi gesti con molta, troppa leggerezza, senza pensare che la pirateria editoriale non solo è un reato, ma crea anche un danno economico non indifferente. Chi sono dunque i “pirati” e qual è la portata di questo fenomeno? Scopriamolo insieme grazie alla recente indagine Ipsos condotta da Nando Pagnoncelli.
Le dimensioni del fenomeno
Il fenomeno della pirateria è spesso preso sottogamba perché in pochi conoscono veramente la sua portata e il danno economico che arreca ogni anno al nostro paese. L’indagine prima menzionata, eseguita nell’ottobre 2021 su un campione di casi rappresentativi per genere, età, area geografica, professione e titolo di studio, rileva numeri spaventosi. L’editoria, un settore già spesso in crisi, conta in dodici mesi un mancato fatturato di 771 milioni di euro proprio a causa della pirateria, rispondente a quasi 40 milioni di copie. Questo perché si conta che ogni giorno siano circa 322 mila i “pirati” a scaricare illegalmente un libro o un audiolibro: praticamente un italiano su tre ha compiuto un atto di pirateria (sia esso costituito dal download di un file o dalle fotocopie di un volume) nell’ultimo anno.
Il settore più colpito è sicuramente quello universitario: risulta che più dell’80% degli studenti ha compiuto almeno un atto di pirateria nell’ultimo anno, con una media di 10 testi ciascuno. Tale gruppo rappresenta la più alta percentuale di “pirati” in Italia, insieme ai lettori forti. Questi ultimi scaricano illegalmente soprattutto audiolibri ed ebook. Eppure la maggior parte degli italiani non crede che tali atti abbiano un effetto così grave, nonostante sappia che sono illeciti. Forse perché il 66% ritiene poco o per niente probabile la possibilità di essere scoperti e puniti. O forse perché è raro che si pensi alle conseguenze di queste azioni che sembrano non riguardarci ma che sono più grandi di ogni aspettativa, e coinvolgono tutti noi. Scopriamole.
Chi ne è più colpito?
A essere colpito direttamente dalla pirateria è l’intero settore editoriale, a ogni livello della filiera. A cominciare dagli scrittori, soprattutto esordienti, che guadagnano una percentuale in base al numero di copie vendute: per chi è alle prime armi ogni libro comprato può contare molto e contribuire alla crescita economica e letteraria. Dunque perché piratare se si ha la possibilità di sostenere chi apprezziamo?
Anche gli editori e tutti i loro dipendenti ne soffrono. Si pensa che a causa della pirateria ci siano circa 10 mila posti di lavoro in meno: le aziende non riescono a sostenere l’investimento di nuove assunzioni. Così editor, correttori di bozze, traduttori, redattori e via dicendo non hanno alte possibilità di trovare lavoro, costretti alla precarietà o alla totale autonomia. Dunque questo fenomeno ha anche conseguenze negative sul futuro di migliaia di giovani preparati e volenterosi.
Infine all’interno della filiera editoriale sono colpiti distributori e canali di vendita. Si stima che la perdita complessiva sia di 243 milioni per le librerie tradizionali e di 455 milioni per gli store online.
E non è finita qui. Le conseguenze della pirateria editoriale si riflettono anche sull’economia del Paese intero. Il problema in Italia è di così ampia portata che la perdita totale sale a 1,88 miliardi di euro e costa al Fisco 322 milioni all’anno. Leggere, ascoltare, fotocopiare o diffondere libri piratati toglie dunque risorse a tutti i cittadini a causa dei mancati introiti fiscali allo Stato. Bisogna sottolineare però che la situazione, già drammatica, si è intensificata durante la pandemia a causa del lockdown e della difficile reperibilità di alcuni libri. La crescita della pirateria rispetto al 2019 è del 5%.
Le possibili soluzioni
Per combattere la pirateria le soluzioni sono molteplici. Si può partire dalle sanzioni, che nel loro essere concrete e immediate riescono a colpire alcuni canali di diffusione illegali. Per esempio nell’intervento rapido risulta importante l’Agcom, che tra i 10 e i 30 giorni agisce disabilitando l’accesso al sito e bloccando il suo IP. Anche la Guardia di Finanza è impegnata in questo campo, attraverso misure legate sia all’analogico sia al digitale. Ma il raggio di azione di questi interventi è troppo limitato e non costituisce un deterrente abbastanza forte da provocare un effetto rilevante. Difatti i casi di reiterazione (spesso cambiando il nome) sono molto diffusi.
Dunque la lotta contro l’utilizzo illecito, soprattutto online, delle opere letterarie si può vincere solo con un approccio nuovo e integrato. La sola repressione, come già sottolineato, non basta. Ad essa vanno affiancate soluzioni innovative che promuovano l’offerta legale attraverso un percorso educativo sin dalla più giovane età. Per la difesa dei prodotti culturali è necessaria una maggiore formazione collettiva sia legata al corretto utilizzo degli strumenti digitali, sia legata alla comprensione della portata del fenomeno. Il danno è troppo grande ed è fondamentale una nuova consapevolezza di ciò attraverso per esempio le campagne scolastiche di sensibilizzazione.
Infine le altre soluzioni per contrastare la pirateria editoriale potrebbero riguardare la promozione diretta del consumo di cultura legale. Per esempio si potrebbe aumentare il numero di libri o di copie di uno stesso libro nelle biblioteche pubbliche. Oppure creare degli incentivi alla domanda come un sostegno economico ai giovani negli acquisti editoriali. Perché siamo sinceri: la passione per la letteratura è parecchio dispendiosa, soprattutto per giovani curiosi ancora non indipendenti economicamente. Ma essa non deve essere scoraggiata dalla mancanza di mezzi: è ancora possibile la diffusione gratuita di cultura percorrendo la via della legalità. Basta solo una promozione più energica e una maggiore consapevolezza collettiva.
Katia Tenti. Copyright © 2022 All rights reserved.
Foto di Anete Lusina da Pexels
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