I cinque ingredienti fondamentali per un libro consapevole
Quando si inizia a dare forma e struttura al proprio testo è necessario seguire alcuni pilastri affinché esso sia efficace per il lettore. Il primo è la consapevolezza, che va acquisita in alcune aree. Ecco i cinque elementi fondamentali che definiscono un libro consapevole.
Scrivere un libro consapevole: deve essere motivato…
Una delle caratteristiche fondamentali affinché un libro sia consapevole è la motivazione: come afferma Simon Sinek, celebre autore di volumi sul marketing, le persone non comprano un “cosa”, ma un “perché”. Il motivo che ha reso necessario un libro è infatti ben più importante del racconto stesso e degli strumenti usati per realizzarlo. Esistono addirittura studi scientifici che lo confermano: la mente umana quando valutiamo il contenuto di un libro attiva la neocorteccia, deputata al pensiero razionale, alla logica, al linguaggio, mentre a guidare le nostre decisioni è il sistema limbico, legato ai sentimenti e all’istinto. Insomma, sembra quasi che decidiamo più con il cuore che con la testa, che le motivazioni che ci spingono a compiere un’azione abbiano a che fare con i sentimenti e non con il ragionamento. Dunque scoprire il perché del progetto di scrittura è certamente un’operazione preliminare per acquisire consapevolezza, ma diventa il cuore pulsante del prodotto anche per il lettore poiché dà vita ai capitoli, ai paragrafi e alle parole. Così un testo è reso unico e memorabile.
…indirizzato…
Il passo successivo è capire a chi trasmettere la propria storia. Coloro che sono convinti di dover scrivere senza condizionamenti esterni hanno un’idea quantomeno anacronistica di cosa significhi essere un autore. Fare attenzione al proprio target non sminuisce la qualità del lavoro: bisogna infatti guardare a un libro come a un progetto, che darà vita a un prodotto da vendere all’interno di un mercato. Il mito dello scrittore-artista è ormai superato, basato sulla supposizione che qualunque cosa voglia dire sia indispensabile per chiunque. La vanagloria non serve in un mondo in cui il lettore, detentore di potere d’acquisto, può esprimere il suo insindacabile giudizio sull’acquisto di un libro. Dunque pensare a lui è come accettare con umiltà di essere parte di un rapporto di fiducia con chi ha scelto di leggere. E non è cosa da poco: ognuno tende a concentrarsi solo su ciò che gli interessa, indirizzando lì le proprie finanze ed escludendo il resto.
Consiglio spesso, a chiunque si trovi in difficoltà con l’individuazione del proprio target, di immaginare di trovarsi in libreria. In un caotico insieme di volumi, dove vorrebbe posizionare il proprio? Non è una domanda semplice: un libro di viaggi potrebbe essere posizionato sugli scaffali di avventura, turismo o guide. Infatti anche opere dal tema comune possono rivolgersi a persone diverse. Rispondere con precisione aiuta a definire più attentamente la fisionomia e la forma del progetto. Un libro che tenta di parlare a tutti finirà inevitabilmente per non parlare a nessuno. Per soddisfare pubblici diversi servono prodotti diversi e ciò vale anche per l’editoria. Dunque è necessario porsi una serie di domande per definire il proprio lettore ideale. Quali sono i temi principali che voglio trattare? Chi potrebbe essere interessato alle mie idee e al modo in cui le espongo? Che caratteristiche possiede (età, professione, livello di istruzione, hobby…)? Quali passioni condividiamo? Perché dovrebbe comprare il mio libro? Cosa sta cercando? Credo che si possa comprendere molto dei lettori analizzando le proprie scelte e azioni in libreria: ogni scrittore è prima di tutto un lettore.
…animato…
Ora è venuto il momento di chiedersi quale messaggio si voglia trasmettere. Non si tratta solo del tema da affrontare, ma anche del modo in cui lo si fa. Un libro diviene consapevole ed efficace solo quando l’autore ha un’idea e sa bene come dimostrarla, quali conclusioni trarre. Uno stesso argomento può essere infatti trattato da infinite prospettive e numerosi punti di vista, ognuno unico. Un dettaglio che a mio parere aiuta a comprendere l’anima dell’opera è la scelta del titolo. Esso serve a trovare una parola chiave che colpisca il lettore potenziale per attirarlo (sarà poi il sottotitolo a informare) con la promessa di un viaggio la cui meta valga la pena di essere visitata. Non si tratta del tema, ma del particolare punto di vista su di esso.
…rilevante…
Per scrivere un libro efficace avere una buona idea non basta più: chiunque ha qualcosa di unico da raccontare. La rilevanza è il valore aggiunto di un’opera e risiede nella capacità dell’autore di gestire il proprio messaggio e punto di vista, di veicolarli e confezionarli con lucidità. Come? Allenando questa forma di sensibilità attraverso la lettura, grazie a cui si osservano la composizione delle frasi, il tono usato, le sfumature del linguaggio scelte da altri autori. E tale forma deve essere al servizio del lettore, che vuole vivere un’esperienza di cambiamento e miglioramento. Se un libro è mirato gli fornisce una meta, se è anche rilevante ce lo conduce. Quando leggiamo una buona opera è inevitabile immedesimarsi nell’autore o nel protagonista ripercorrendo il suo viaggio dell’eroe. Così, concluso il percorso, possediamo una nuova consapevolezza, un metodo, una fonte d’ispirazione.
Il viaggio, costellato di sconfitte, insegnamenti e vittorie, è d’aiuto anche per definire gli obiettivi e la traiettoria del libro: cosa offrire al lettore, quali vantaggi pragmatici o personali, che sensazioni deve provare. Perché a fronte dell’investimento (di soldi e tempo), pretenderà di colmare i suoi vuoti acquisendo una nuova ricchezza interiore. Un autore deve offrire ciò che ha promesso ripercorrendo la propria esperienza, sconfitte ed errori che l’hanno portato alla soluzione. Un libro rilevante è un buon investimento, per chi lo scrive e per chi lo legge. È necessario riflettere in modo accurato e profondo sul proprio percorso se lo si vuole comunicare con efficacia. Un buon libro è come un sentiero ben tracciato, agevole da percorrere. Ma dov’è la meta? Qual è il punto di arrivo? È la soluzione del problema con vantaggi sia pragmatici (un sapere tecnico e razionale) che personali (un atteggiamento, un’attitudine, come la sicurezza di sé). Ecco il vero valore aggiunto di un libro: riuscire a condurre il lettore alla soluzione e nel frattempo trasmettergli qual è la giusta attitudine per raggiungerla da solo.
…curato: come scrivere un libro consapevole
L’ultima variabile, ma non meno importante, per rendere un libro consapevole è la cura. Un volume mal impaginato e pieno di refusi trasmette scarso impegno nella realizzazione. Certo, la forma non è tutto, ma spesso riflette la qualità del contenuto. Un libro è il biglietto da visita dell’autore: se lui stesso non è interessato a curarne i dettagli, chi dovrebbe esserlo?
Katia Tenti. Copyright © 2022 All rights reserved.
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